Abbiamo fatto una statale, facciamone due.

In mancanza di risposta da parte del quotidiano locale, a cui era stata inizialmente indirizzata, riporto qui una lettera aperta alla cittadinanza in merito ad una superstrada in progetto di costruzione nel mio paese.

Non essendoci possibilità, evidentemente, di dialogo, tolgo i riferimenti: fino a quando non riceverò risposta/pubblicazione, essa rappresenta solo i meccanismi in atto in molte realtà italiane.

All'attenzione della redazione di [...]

Spett. Redazione vorrei scrivervi in relazione al vostro articolo riguardo il progetto della statale [...] che dovrebbe collegare [...] allo svincolo per [...]. Non essendo tale articolo firmato indirizzo la risposta alla redazione tutta. 

Colgo l'occasione per cercare di instaurare un dibattito sull'opera, nel tentativo almeno di instillare un dubbio sulla stessa, in quanto mi pare che le opportunità per farlo non siano molte. Ho trovato interessante il fatto che abbiate messo in luce un probabile risvolto negativo della stessa, specificando la contrarietà di tutti quei commercianti presenti lungo il vecchio tratto della [...], che soffrirebbero del calo dei transiti a causa del nuovo tracciato. Devo comunque sottolineare che non può essere la sofferenza economica l'unico motivo di unione tra cittadini, perciò vorrei esprimermi a riguardo. 

- La costruzione di tale superstrada comporterebbe, come da voi specificato, la realizzazione di 3 gallerie, 4 viadotti e 3 sottopassi. In contesto naturalistico come il nostro non si può non specificare il grave impatto ambientale di un simile progetto, considerando il disboscamento, la cementificazione, lo sversamento delle estrazioni degli scavi e l'inquinamento del fondovalle e dei relativi corsi d'acqua. La realizzazione di una galleria non è mai un'opera indolore, dato che cambia e spesso mette in pericolo l'ecosistema stesso della montagna in cui viene realizzato. Inoltre comporta l'estrazione di materiali e polveri cancerogeni, riguardo ai quali si pone il problema dello smaltimento. L'inquinamento di un corso d'acqua, inoltre, è un qualcosa che crea ripercussioni non soltanto nelle immediate vicinanze ma in tutto il bacino interessato dallo stesso. 

- Non è superfluo in questa sede riflettere sul concetto di isolamento che la nuova [...] dovrebbe contribuire ad abbattere. In un contesto come quello [...], votato al turismo e all'arte, risulta particolarmente fuoriluogo trovare soluzioni strategiche che mettano in crisi l'aspetto paesaggistico e naturalistico. Pensare la valle antistante il paese come una possibile zona industriale, un continuo di capannoni e fabbriche è cieco oltre che folle. Non credo quindi che quello che possa aiutare nello sviluppo il paese sia un infrastruttura del genere, quanto piuttosto una progettualità volta alla valorizzazione delle particolarità del posto. 

- Pensare ai progetti infrastrutturali in maniera organica significa anche considerare il fatto che, dall'altra parte del paese, sta venendo realizzatas un'altra strada a scorrimento veloce che dovrebbe comunque collegare il paese alla [...]. Davvero, da nessuna, adesso ne servono due? 

- Per quanto riguarda il lavoro si può fare lo stesso discorso. Pensare che una strada a scorrimento veloce porti automaticamente dei posti di lavoro in più è un argomento da politicanti. La vera soluzione è comprendere la vocazione del posto e fare uno sforzo comune per aiutarne la piccola economia che può generare, fatta di turismo naturalistico, turismo artistico, agricoltura, filiere alimentari e piccole imprese locali. Magari creando connessioni economiche con i più remoti angoli del pianeta, senza che questo voglia dire avere una strada più larga. 

- Posti di lavoro che verranno a crearsi per la realizzazione della statale stessa termineranno con la fine lavori, prevista in 40 mesi. 

- Pensare di emancipare l'economia di [...] dalla schiavitù del cemento, cui ciecamente ci si è votati, potrebbe essere un segnale forte: il primo vero segnale di ripresa. I cementifici hanno immobilizzato, mentalmente oltre che nella pratica, la vita lavorativa del paese e, quando hanno cominciato a soffrire i primi sintomi di crisi, non hanno esistato a lasciare a casa tutte quelle persone che avevano barattato la loro indipendenza professionale con una vuota promessa di stabilità. Inoltre è ormai appurato che la cementificazione non è sintomo di progresso, tutto ciò che è nuovo, come dimostrato dall'industria dell'energia, è verde. 

- Riguardo il problema della sicurezza non posso fare a meno di rilevare l'ipocrisia di chi spende ben 76 milioni di euro quando molti meno basterebbero ad allargare la strada e creare marciapiedi e passaggi pedonali dove possibile, a rivedere completamente la segnaletica di sicurezza, ad adottare dissuasori di velocità e a curare la manutenzione per molto tempo. 

Spero in una pubblicazione inquanto, come detto sono in cerca di un riscontro riguardo le idee qui espresse. 

Grazie, 
b.