Archivio mensile:Maggio 2016

Sardegna 2015 / falsa e bruciata

Reportage Sardegna 2015 | Di muralismo e streetart. Di spopolamento e accoglienza.

Parte 6

Falsa e bruciata (Un ragazzo di Iglesias descrive la sua città)

Nella zona di Iglesias i muri raccontano, a volte anche soltanto attraverso una scritta, la vita e la storia del posto e i murales si integrano con funzionalità nel tessuto civico. A Gonnesa (CI) e a Narcao (CI), essendo l’area un importante parco geo-minerario, i dipinti raccontano della vita dei minatori.

A Iglesias (CI), come ovunque nella zona, le miniere hanno segnato la vita del posto. Per molti anni la regione è stata al centro di un economia basata sull’estrazione di piombo, argento e zinco, economia quasi del tutto terminata se si escludono poche eccezioni. La chiusura delle miniere ha lasciato in uno stato di profonda depressione l’Iglesiente, che al momento è una delle zone più povere d’Italia. Qui, le enormi costruzioni abbandonate delle miniere, alle porte della città, rappresentano bene il clima che si respira in un luogo che non ha saputo trovare un’alternativa al vecchio sistema economico e a cui è probabilmente mancato anche l’appoggio necessario a riconvertirsi. Dalla fine della II guerra mondiale fino ai nostri giorni le miniere dell’Iglesiente sono passate, senza soluzione di continuità, dalla proprietà privata a quella statale a quella regionale, perdendo di volta in volta minatori per strada, fino ad arrivare (quasi) tutte a chiusura. (https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_mineraria_della_Sardegna). L’area oggi fa parte del Parco Geo Minerario Storico Ambientale della Sardegna uno dei più importanti siti di questo tipo in Europa e il primo del genere inserito in una rete tematica dell’UNESCO. Nonostante questo, ben pochi dei turisti che d’estate affollano la vicina costa, Carloforte o Sant’Antioco, arrivano fino a qui.

Ad Iglesias è possibile notare edifici dismessi, negozi con le saracinesche chiuse, cinema fantasma e, anche, scuole abbandonate. In una di queste, la palestra della scuola media Numero 2 di Iglesias, il writer Nero porta avanti il suo esperimento, N2. E’ facile immaginare che il calo, demografico e di disponibilità economica, abbia portato le istituzioni a decidere di chiudere una delle tre scuole medie della città. Quello che ne è risultato è stata l’area sportiva della scuola (palestra interna, campo da calcio e da basket esterni, con tanto di gradinate) per anni abbandonata. Nero, da tempo attivo nel campo del writing, ha lentamente conquistato la fiducia dell’amministrazione comunale, fino ad arrivare ad ottenere il permesso di realizzare le sue opere nell’area che, grazie a questo, ha ripreso ad essere frequentata ed è diventata un centro di aggregazione spontaneo e autogestito, in cui, oltre ai murales, si può giocare a calcio, basket, fare skate. La palestra, nel bel mezzo di una zona popolare, circondata da palazzoni, è tornata così ad essere un luogo animato e vissuto, e non una zona X lasciata nell’ombra. Attraverso l’iniziativa N2 world, inoltre, i ragazzi che frequentano la Numero 2, realizzano un festival di writing e hip-hop a cadenza annuale (https://www.facebook.com/events/479519308881401).

FOTO >

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Buggerru (CI)

Buggerru (CI)

Nebida (CI)

Nebida (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

DSC_3131 gonnesa-11

Carbonia (CI)

Carbonia (CI)

Narcao (CI)

Narcao (CI)

 

 

Narcao (CI)

Narcao (CI)

/// parte 2///

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Iglesias (CI)

Sardegna 2015 / La galera è fuori e dentro

Reportage Sardegna 2015 | Di muralismo e streetart. Di spopolamento e accoglienza.

Parte 5

La galera è fuori e dentro (Scritta con lo spray sul muro dell’ex carcere San Sebastiano, Sassari)

Le mura perimetrali dell’ex carcere San Sebastiano di Sassari sono perfettamente comprese nel disegno urbano della città. Di conseguenza vi si ritrovano tutti i segni che una città normalmente produce sui propri muri. Lavorare in un carcere o con i carcerati, come abbiamo visto nel caso di Pina Monne, deve essere un’esperienza particolare per un artista sardo, essendo stata, questa regione, spesso considerata il luogo ideale dove confinare esuli o costruire gabbie, da parte dello stato italiano. Quando non realizzavano strutture carcerarie, le autorità italiane usavano la Sardegna stessa come una prigione, come testimoniano gli operai che non vollero prendere la tessera del fascio, durante il ventennio, e vennero mandati forzatamente a lavorare nelle miniere dell’iglesiente. I tempi della Sardegna paradiso naturale e turistico erano, evidentemente, ancora da venire. (https://nobordersard.wordpress.com/2013/07/18/prigioni-sarde-lotte-solidarieta-e-aggiornamenti/).

Ad ogni modo la lunga serie di carceri e manicomi costruiti e poi abbandonati apre un punto interrogativo sulla gestione di queste strutture. Spesso in stato di abbandono o riconverite in ulteriori luoghi di detenzione, magari dal nome diverso, lasciano il posto a strutture più moderne, nascoste nella vastità del territorio sardo. In alcuni casi (Cagliari, l’Asinara…) diventano aree museali visitabili in cui è possibile organizzare eventi culturali. Più spesso rimangono a guardare l’erba crescergli addosso.

Proprio a Sassari (SS), nel parco che comprende uno dei principali poli ospedalieri della città, si trova l’edificio abbandonato del manicomio di Rizzeddu. Nonostante sorga in un luogo di grande frequentazione neanche troppo nascosto alla vista, l’edificio è lasciato all’abbandono. Se anche non esistono più manicomi strutturati sulla base di quelli del tempo, tuttavia esiste ancora il pregiudizio psichiatrico. Esistono ancora luoghi di detenzione per persone con disturbi psichiatrici, come dimostrano i REMS, l’ultima operazione di facciata, volta a mettere fine alla fase OPG ma a cambiare ben poco nella sostanza. Non è ancora terminato, soprattutto, il grado di isolamento che spesso caratterizza le persone coinvolte nei processi psichiatrici. All’interno del Rizzeddu è possibile entrare, attraverso le finestre rotte, e vagabondare tra i corridoi pieni di immondizia. Dagli oggetti che vi ho trovato ho capito che, tutt’altro che disabitato, l’edificio viene abitualmente usato come rifugio da alcuni senzatetto. La sua attività, dunque, non è terminata e, in definitiva, neanche cambiata: continua a dare riparo agli emarginati e agli esclusi.

FOTO >

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Sassari (SS)

Massama (OR)

Massama (OR)

Massama (OR)

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Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)

Ingurtosu (VS)