Sardegna 2015 / E vorrei correre e urlare di rabbia

Reportage Sardegna 2015 | Di muralismo e streetart. Di spopolamento e accoglienza.

Parte 2

E vorrei correre e urlare di rabbia (Da un murales di Orgosolo)

Raccogliendo i suggerimenti dello street artist C215 (http://legrandj.eu/article/graffiti_street_art_muralismo_e_se_smettessimo_di_fare_confusione) si può tentare una distinzione tra graffitismo, writing, street art, muralismo e urban art. I graffiti sono sempre esistiti e, mutuando il nome dall’arte rupestre, per graffito si intende un segno lasciato su un muro. Per identificare il writing si usa spesso, genericamente, la parola graffito. Il writing è una forma culturale ben codificata e circoscritta, databile a contestualizzabile (Stati Uniti, anni ’70, Hip-hop…). La street art rappresenta uno sviluppo soltanto di uno dei tratti caratterizzanti il writing, ovvero l’esprimersi in maniera illegale su un muro. Per contro, anziché creare un linguaggio codificato, la street art moltiplica i propri significanti attraverso gli artisti che la interpretano e si pone piuttosto come metodo. Essendo questa diventata un fenomeno di costume diffuso e ricercato, in grado anche di muovere interessi e soldi, si assiste a quello che C215 definisce “muralismo”: ovvero la pratica della street art in maniera legale, su supporti autorizzati, nell’ambito di un’iniziativa pubblica.

Mi sento di dover fare un chiarimento riguardo al termine muralismo. Lo trovo appropriato nel momento in cui definisce una pratica artistica che si svolge in luogo pubblico, condivisa e accettata dalla comunità che la concepisce. Trovo però riduttivo ricondurre questa forma di espressione ad un’evoluzione della street art, tralasciando l’esperienza del muralismo sudamericano dei primi del ‘900, di matrice politica. Nell’accezione data da C215 per descrivere alcune derive commerciali della street art trovo più corretto parlare di urban art, come recentemente ricordato da Ex-voto in un intervento sulla sua pagina (https://www.facebook.com/ex.voto.58/posts/1706872599582814).

Di questo genere di espressione c’è traccia in Sardegna a partire, innanzitutto, da Orgosolo (NU). Nel 1961 Vittorio de Seta gira Banditi a Orgosolo e, impiegando come attori i pastori del posto, rende omaggio alle storie che si raccontano sui banditi del paese e alle loro vicende umane. Nel 1969, tramite l’occupazione delle terre e la resistenza non violenta, l’intero paese si oppose all’intenzione, da parte delle autorità statali, di usare parte delle campagne circostanti come poligono di tiro e alla sottrazione di terre al pascolo e all’agricoltura che ne sarebbe seguita. L’evento, conosciuto come Rivolta di Pratobello, dal nome della località interessata, è probabilemente l’unico caso di opposizione vittoriosa ad un progetto militare, nell’isola. Nello stesso anno un gruppo di artisti di ispirazione anarchica, il Dioniso, disegna, estemporaneamente, un murales in cui raffigura la penisola italiana con un punto interogativo sulla Sardegna. Il gruppo, formato non esclusivamente da sardi, realizzerà qualche altro murales di ispirazione politica. Nel 1975, in occasione del trentennale della resistenza, Francesco del Casino, insegnante, coinvolgerà i suoi alunni nella realizzazione di alcune opere, dando il via alla tradizione orgolese, tuttora viva.

I murales sono realizzati con una tecnica che si rifà allo stile del muralismo sudamericano dei primi del ‘900 e influenzati dal Picasso cubista, il chè rende il paesaggio orgolese pressoché unico. Ma quello che è veramente sorprendente sono i temi trattati, prevalentemente politici, e la capacità, di un remoto paesino della Barbagia, attraverso questa pratica artistica, di entrare in contatto con temi riguardanti i più lontani angoli del mondo. Attraverso la pittura, e con l’intento della testimonianza, vengono raccontate sui muri del paese non solo le lotte e gli avvenimenti locali (Pratobello, le mobilitazioni contro il nucleare, le basi militari…) ma anche quelli di tutto il mondo, fino ai giorni nostri. Si trovano, sui muri di Orgosolo, attestati di solidarietà ai migranti, ai caduti durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, agli abitanti di Gaza, al popolo Iracheno. C’è un murales dedicato a Carlo Giuliani e ce n’è uno che ricorda piazza Tienanmen Ci sono murales che ripercorrono la storia di Gramsci e altri che testimoniano le lotte operaraie, non solo sarde ma anche, ad esempio, torinesi. Orgosolo, poco più di 4000 abitanti, è capace di creare collegamenti con ogni angolo del pianeta e di testimoniarlo sui propri muri.

Altra particolarità riguarda l permessi, regolati fino ad oggi direttamente tra l’artista e il proprietario del muro, benchè si cominci a parlare di una commissione comunale che dovrebbe in futuro valutare quali opere autorizzare in base ad un progetto.

La tradizione si è presto sparsa nelle vicinanze, ad esempio a Ottana (NU), Fonni (NU), Sarule (NU) Urzulei (OG), Gairo (OG) ed è arrivata, in questa parte della regione, fino alle zone costiere di Bari sardo (OG) e della Costa Rei.

A Oliena (NU), pochi chilometri da Orgosolo, si è deciso di riportare sui muri i passi letterari riguardanti il posto. Vi si trovano citazioni da Deledda, D’Annunzio, Levi a sottolineare la caratura che questi luoghi remoti sono in grado di assumere al cospetto dei più alti fenomeni artistici.

Scendendo di un centinaio di kilometri a sud si raggiunge la provincia dell’Ogliastra. Abbandonata la SS389 si arriva nei paesi di Ulassai, Ussassai, Sadali percorrendo una strada panoramica che sale e scende costeggiando altipiani rocciosi, attraversando paesi fantasma ed enormi parchi eolici; sugherete, boschi e poi enormi pianure. Sono territori vastissimi, molto affascinanti e poco abitati, in cui tra un paese e l’altro c’è solo la strada e il paesaggio; e si trovano al confine della base militare del Salto di Quirra, che è il poligono militare più esteso d’Europa. I paesi che si incontrano sono, in linea di massima, tutti in via di spopolamento, eppure rivelano in qualche modo un fervore artistico.

Ulassai (OG) ha dato i natali a Maria Lai, artista contemporanea, che nel 1981 proprio qui realizzò l’opera Legarsi alla montagna: con circa 27 km di nastri e stoffe, e con la collaborazione di tutto il paese, legò materialmente le case dell’intero abitato alla montagna sul quale Ulassai è arrampicato, che lo domina e sorregge. L’artista è oggi ricordata dal museo della Stazione dell’arte (http://www.stazionedellarte.com/) ricavato in una ex stazione ferroviaria.

I paesi che si incontrano da queste parti pare sfidino la forza di gravità da quanto ripidamente le loro case sono incastonate lungo le montagne. A volte, come nei casi di Osini vecchio e Gairo vecchio, vengono abbandonati e rimangono lì, appiccicati lungo una parete, a guardarsi l’uno di fronte all’altro, dai buchi neri delle finestre sfondate, ognuno dal suo lato dello strapiombo.

Passando attraverso Ussassai (OG), un borgo percorso da una strada di tornanti, si possono vedere molti murales ispirati ai personaggi del paese; le persone che abitano qui ne vanno fiere e ti chiamano per raccontartene la storia.

Svalicando ancora due volte si arriva a Sadali (CA) dove l’associazione culturale Look out (http://www.look-out.org/) organizza da quest’anno Murartista, un festival di urban art a cui sono stati chiamati a partecipare artisti contemporanei, come ad esempio il belga Roa. Nella presentazione dell’evento l’associazione parla di “arricchire e abbellire la tela grezza e ferita delle strutture perse della Sardegna attraverso l’arte urbana”. Accanto alle opere portate da questa iniziativa anche altri murales, come ad esempio quelli de Il carbonauta, street artist sardo.

Siamo ancora tra i boschi, nei tornanti, ai limiti di una strada statale. Poco più in là cominciano tornanti, altipiani e pianure aride. Ci sono una gran quantità di paesi in difficoltà demografica, un parco eolico le cui pale sono state posizionate al bordo della strada, e poi Perdasdefogu, da dove si entra nel poligono di Quirra.

FOTO

\\\\\ parte 1 \\\\\

Mamoiada (NU)

Mamoiada (NU)

Fonni (NU)

Fonni (NU)

Fonni (NU)

Fonni (NU)

Fonni (NU)

Fonni (NU)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Sadali (CA)

Ussassai (OG)

Ussassai (OG)

Ussassai (OG)

Ussassai (OG)

Osini (OG)

Osini (OG)

Ulassai (OG)

Ulassai (OG)

\\\\\ parte 2 \\\\\

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

Oliena (NU)

\\\\\ parte 3 \\\\\\

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)

Orgosolo (NU)